VENERDÌ 20 0TT0BRE 2023
16.30 / LA MEMORIA INFINITA DI MAITE ALBERDI / 84’
Augusto Góngora e Paulina Urrutia: una coppia importante nella cultura cilena, lui giornalista culturale e politico anche televisivo, impegnato a tenere viva la memoria delle atrocità della dittatura di Pinochet, lei attrice teatrale e cinematografica (Fuga di Larraín), regista ed esponente politica (fu anche Ministro della cultura). Nel 2014 a Góngora fu diagnosticato l’Alzheimer e da allora la coppia si impegna contro la malattia. Maite Alberdi li segue nella loro battaglia quotidiana, fatta di tenerezza, impegno e sense of humor, attraverso un montaggio di materiali d’archivio, vecchi video privati e riprese recenti.
18.15 / FREMONT DI BABAK JALALI / 91’
Fremont, città della Bay Area, viene chiamata anche Little Kabul, perché ospita una delle più grandi enclave di afgani negli Stati Uniti, là immigrati in cerca di un senso di comunità. Questo è ciò che Donya (Anaita Wali Zada) sta cercando: comunità, connessione, amore. Il regista britannico-iraniano Babak Jalali (Frontier Blues, Land) cattura la dimensione esistenziale di Donya con leggerezza contemplativa e, insieme alla cosceneggiatrice Carolina Cavalli (la regista di Amanda, del quale Jalali ha curato il montaggio), sottolinea dinamiche in cui la rigidità burocratica e il capitalismo spietato possono essere paralizzanti. Intermezzi espressionistici disegnano la natura inquietante delle interazioni sociali tra gli sfollati e i disorientati. Girata in un bianco e nero raffinato, la descrizione di un mondo di emarginati e solitari, logorati ma anche capaci di compassione e cambiamento.
21.00 / MI FANNO MALE I CAPELLI DI ROBERTA TORRE/ 83’
Una bella signora bionda sulla spiaggia, orme, onde, lei che raccoglie qualcosa dalla sabbia. Poi si avvicina a un ragazzo e gli dice di essersi perduta. Da una casa vicina un uomo la osserva: Monica sta perdendo la memoria, Edoardo, il marito, la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso i film di Monica Vitti, La notte, L’eclisse, Deserto rosso, Teresa la ladra, Amore mio aiutami, Polvere di stelle... Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi, con il quale lei dialoga attraverso uno specchio, abiti, cappelli, sentimenti, sperdimenti. Dopo tante storie dal Sud e il Riccardo shakespeariano e le sue favolose signore, Roberta Torre tratteggia con eleganza, partecipazione e pudore un omag- gio a Monica Vitti e alla forza del sogno. Alba Rohrwacher volteggia tra ricordi e illusioni, mentre un Filippo Timi dolente cerca di trattenerla nel nostro mondo.
SABATO 21 0TT0BRE
16.30 / LA ERECCION DE TORIBIO BARDELLI DI ADRIÀN SABA / 82’
Tra la Casta Diva interpretata da Maria Callas e le canzoni di Elvis amate da un barista fanatico, tra il rosso di lampade velate e delle pareti di una stanza da letto e il nero della notte che s’infila in un’auto parcheggiata, nella quale un padre settantenne e tre figli grandi fanno i conti con le rispettive vite: si sviluppa così, in pochi giorni, il girovagare stizzito di Toribio tra caffè, ospedale, farmacia, bordello, ex fidanzate e prostitute, e dei suoi figli, disastrati, bizzarri, umanissimi. Ambientato in una Lima malinconica e prevalentemente notturna, un gioco di caratteri grottesco, a volte straziante a volte ironico, scritto e diretto da Adrián Saba, il più promettente dei giovani cineasti peruviani (El Limpiador, El soñador) e interpretato da Gustavo Bueno e da Gisela Ponce de León
18.15 / DEATH IS A PROBLEM FOR THE LIVING DI TEEMU NIKKI / 97’
Vestono di nero, giacca e cravatta, scarpe un po’ a punta, capelli impomatati all’indietro, e guidano una nera Volvo, “la solida, vecchia Volvo, dove si può fumare”: un carro funebre con il quale Risto e Arto, i due vicini di casa che s’incontrano per caso e diventano amici, trasportano salme, spesso “eccentriche”. Risto ha il vizio del gioco, ad Arto manca una grossa porzione di cervello, a uno piace il jazz, all’altro il rock finlandese degli ’80, ed entrambi hanno una vita disastrata. Tra commedia e noir, tra Kaurismäki e il primo Winding Refn, il nuovo lungometraggio del finlandese Teemu Nikki (vincitore di Orizzonti Extra a Venezia 2021 con Il cieco che non voleva vedere Titanic) è un buddy movie laconico e sanguigno.
21.00 / KRIPTON DI FRANCESCO MUNZI / 107’
Il film nasce da progressivi avvicinamenti, all’interno di due strutture psichiatriche della periferia di Roma, ad alcuni ragazze e ragazzi affetti da malattie psichiche, sei giovani che hanno deciso volontariamente di ricoverarsi e che combattono con disturbi diversi. Il regista Francesco Munzi, dopo l’excursus sulle speranze e le paure dei giovani di Futura (realizzato insieme a Pietro Marcello e Alice Rohrwacher), si rivolge a un microcosmo, narrando la quotidianità dei protagonisti, lo sviluppo delle loro relazioni, le rispettive soggettività. Attraverso una ricerca minuziosa e condivisa, emerge la loro voce, la loro condizione estrema, che la lingua del cinema trasforma in una possibile metafora del nostro tempo.
DOMENICA 22 0TT0BRE
16.00 / LA PASSION DE DODIN BOUFFANT DI TRAN ANH HÙNG / 134’
Nella Francia di fine ’800, Dodin Bouffant, famoso gastronomo, cucina per i suoi amici buongustai e per Eugénie, magnifica cuoca, sua collaboratrice e compagna da vent’anni. La grande cucina si riempie di alimenti, verdure, carni, spezie, olii, condimenti, farine, e di tegami, pentole, strumenti, della passione carnale e spirituale che la cucina induce. Passione anche dello sguardo, che Tràn Anh Hùng (l’autore vietnamita naturalizzato francese di Il profumo della papaya verde, Cyclo e Norwegian Wood) traduce in una sinuosa partecipazione ai riti della coppia Juliette Binoche e Benoît Magimel. Storia di cucina e storia d’amore, anche amore per la Francia, la sua cultura, la sua campagna, i suoi colori, i suoi pittori. Ispirato a La Vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet (e al gastronomo Brillat-Savarin), premio per la migliore regia a Cannes 2023.
18.30 / UN AMOR DI ISABEL COIXET / 128’
Nat fa la traduttrice e ogni giorno si trova a tradurre le storie tragiche e terribili delle donne immigrate. Stressata, molla tutto e va ad abitare a La Escapa, un paesino della Spagna rurale. La casa è malconcia e fa, letteralmente, acqua da tutte le parti. Il padrone di casa è aggressivo, il vicinato sospettoso, i maschi, in generale, corteggiatori e predatori. Come Andreas, il vicino grande e grosso che si offre di ripararle il tetto. In cambio di qualcosa. Nat, in compagnia di una cagna semirandagia, resiste all’ambiente ed entra nel gioco di una passione ossessiva. Tratto dal best seller di Sara Mesa, un film ombroso e imprevedibile diretto da Isabel Coixet (anche sceneggiatrice con Laura Ferrero), che accompagna i suoi interpreti notevoli attraverso spazi segnati da muri e rupi incombenti.
21.00 / PALAZZINA LAF DI MICHELE RIONDINO / 99’
LAF: acronimo di Laminatoio a freddo. La LAF era la palazzina nella quale negli anni ’90 i proprietari e i dirigenti dell’Ilva di Taranto decisero di confinare gli impiegati che si erano opposti alla “novazione” del contratto, cioè al declassamento a operai. Non potevano licenziarli, perciò li sbattevano alla Laf, a non fare niente. Chi sta seduto sulle scale, chi balla, chi gioca, frustrazione, delusione, qualche tentativo di denuncia, qualche spia, forse. Michele Riondino esordisce nella regia (e sceneggiatura) con un film dal solido impianto civile e dagli echi grotteschi e arrabbiati che rimandano a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri: nel surreale nulla della palazzina non si può non ridere, di amarissima disperazione. Insieme a Riondino, Vanessa Scalera ed Elio Germano, in un ruolo che ricorda i personaggi paranoici di Volonté.
LUNEDÌ 23 0TT0BRE
16.00 / ANATOMIA DI UNA CADUTA DI JUSTINE TRIET / 150’
Un bello chalet immerso nella quiete e nella neve delle Alpi francesi. Vi risiede una coppia di scrittori con il figlio undicenne, che ha perso la vista dopo un incidente. Il corpo di Vincent, il marito, è precipitato dalla finestra e giace sulla neve. Una caduta che potrebbe non essere accidentale. Comincia così e si riavvolge su se stessa nei ricordi e nelle testimonianze del processo in cui la moglie è sospettata di uxoricidio la nuova storia al femminile narrata da Justine Triet, dopo quelle di Tutti gli uomini di Victoria, La Bataille de Solférino e Sibyl: una storia di spaesamento (la moglie è tedesca e i coniugi si sono conosciuti a Londra), parlata in tre lingue, stretta tra analisi famigliare e dramma processuale. Palma d’oro a Cannes 2023 e Palm Dog a Messi, il border collie che interpreta Snoop, il cane guida del figlio.
18.45 / LA STORIA DI FRANCESCA ARCHIBUGI / 100’
1974: esce uno dei romanzi (non solo) italiani più importanti del ’900, La Storia di Elsa Morante, pubblicato da Einaudi per esplicita volontà dell’autrice nella collana economica, in brossura, Gli Struzzi. 800.000 copie vendute in Italia in un anno, tradotto poi in più di 20 lingue. «Uno scandalo che dura da diecimila anni»: questa è la Storia secondo Morante, che la percorre dall’inizio del ’900 agli anni ’50 attraverso le vicende della famiglia Ramundo, in particolare di Ida, figlia di madre ebrea e padre anarchico. Su Ida si apre il romanzo, nel 1941, a Roma, nel quartiere San Lorenzo: maestra di 37 anni, vedova con un figlio quindicenne, che partorirà un altro bambino dopo essere stata violentata da un soldato tedesco. Dopo l’adattamento di Luigi Comencini del 1986, l’epopea tragica e appassionata di Ida torna sullo schermo nella serie tv in otto puntate diretta da Francesca Archibugi, anche sceneggiatrice con Francesco Piccolo, Giulia Calenda e Ilaria Macchia, e interpretata da Jasmine Trinca, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Asia Argento.
21.00 / MUR DI KASIA SMUTNIAK / 107’
Per il suo esordio alla regia, l’attrice Kasia Smutniak si reca nella zona rossa proibita della Polonia per fare luce sulle politiche di confine del suo Paese e sulla crisi dei rifugiati nell’UE. Da bambina, Smutniak giocava sotto la finestra della nonna, affacciata sulle mura di quello che mezzo secolo prima era il ghetto ebraico di Łódź. L’autrice ha sempre mantenuto uno stretto legame con il suo luogo di nascita, dove oggi è tornata, con un’attrezzatura tecnica leggera e l’aiuto di attivisti locali, per filmare un altro muro: quello al confine con la Bielorussia, la barricata d’acciaio di 186 chilometri, costruita per respingere i migranti che tentano di entrare nell’UE in cerca di rifugio. Mur sfrutta il ritmo di un thriller per documentare ed informare su muri insormontabili costruiti per dividere gli esseri umani. Un’ indagine coraggiosa sull’ipocrisia dell’Europa moderna.
MARTEDÌ 24 0TT0BRE
16.00 / UN SILENCE DI JOACHIM LAFOSSE / 100’
Argomento scomodo: l’abuso famigliare e il silenzio. Il belga Joachim Lafosse, al suo decimo lungometraggio, plasma un film sensibile e profondo affidandosi alle sfumate interpretazioni di Daniel Auteuil ed Emmanuelle Devos. L’equilibrio familiare di un celebre avvocato crolla improvvisamente dopo 25 anni, quando i figli decidono di iniziare la loro personale ricerca di giustizia. Fin dagli esordi della sua carriera, Joachim Lafosse ha realizzato un cinema intimo, scrutando in particolare gli aspetti disfunzionali delle relazioni affettive, sondando tutti i nostri difetti e le nostre contraddizioni più latenti. Un silence si concentra principalmente sull’idea della condivisione attraverso la parola, provando con grazia e sensibilità a mostrare come sia così difficile, al giorno d’oggi, parlare e aprirsi.
18.15 / ACHILLES DI FARHAD DELARAM / 116’
Nel debutto cinematografico di Farhad Delaram, due fuggitivi iraniani – un ex cineasta consumato dall’ira e dal dolore, spezzato dal solo sistema politico che la sua generazione abbia mai conosciuto, e una prigioniera politica da tempo internata in un ospedale psichiatrico – si uniscono per sfuggire alla presa di un governo corrotto. Il loro viaggio attraverso l’Iran li porterà in luoghi suggestivi, da Teheran al lago prosciugato di Urmia nella provincia nord-occidentale di Shabestar, fino al Mar Caspio e ai confini con la Turchia, in una fuga che segnerà le loro vite in modi del tutto imprevedibili. Il film trae ispirazione dall’esperienza personale del regista durante la repressione delle proteste in Iran ed è una potente testimonianza della lotta per la libertà e delle conseguenze delle azioni individuali sulla collettività.
21.00 / TROPPO AZZURRO DI FILIPPO BARBAGALLO / 88’
Estate romana, che fare, a parte dei giretti in bici sulla riva del Tevere? Raggiungere i genitori al mare o l’amico del cuore a Ponza, o tentare di conquistare la coetanea bionda un po’ dark che non ci degna di uno sguardo? O andare a Rimini all’appuntamento con una ragazza appena conquistata? Indecisioni, timidezze, distrazioni e clamorose maldestrezze dei giovani, raccontati al suo esordio nella regia da Filippo Barbagallo, anche autore della sceneggiatura e interprete, insieme a Brando Pacitto, Martina Gatti, Alice Benvenuti e Valerio Mastandrea, nella parte di un padre gentile e un po’ disorientato. Commedia romantica e svagata, condotta con il ritmo e con lo sguardo dei giovani di oggi, con il frame che si restringe in formato cellulare o si frammenta in tanti rettangoli, fino a costruire un affresco ironico, minuzioso, partecipe.
MERCOLEDÌ 25 0TT0BRE
16.00 / THE MONK AND THE GUN DI MARYAM KESHAVARZ / 107’
Argomento scomodo: l’abuso famigliare e il silenzio. Il belga Joachim Lafosse, al suo decimo lungometraggio, plasma un film sensibile e profondo affidandosi alle sfumate interpretazioni di Daniel Auteuil ed Emmanuelle Devos. L’equilibrio familiare di un celebre avvocato crolla improvvisamente dopo 25 anni, quando i figli decidono di iniziare la loro personale ricerca di giustizia. Fin dagli esordi della sua carriera, Joachim Lafosse ha realizzato un cinema intimo, scrutando in particolare gli aspetti disfunzionali delle relazioni affettive, sondando tutti i nostri difetti e le nostre contraddizioni più latenti. Un silence si concentra principalmente sull’idea della condivisione attraverso la parola, provando con grazia e sensibilità a mostrare come sia così difficile, al giorno d’oggi, parlare e aprirsi.
18.15 / THE PERSIAN VERSION DI FARHAD DELARAM / 116’
Leila, giovane cineasta newyorkese decisa a diventare la Iranian-American Scorsese, raggiunge la sua numerosa fami- glia, che la considera un’irrecuperabile ribelle, quando il padre deve sottoporsi a un intervento chirurgico. È lei stessa a raccontare le sue aspirazioni e la sua storia, guardando in macchina, dopo essere apparsa in burkini, reduce da una festa mascherata. “Una storia vera… o quasi vera” che si snoda tra gli States e l’Iran, tra oggi e il passato di sua madre e di sua nonna, signore (e attrici) come lei formidabili. Com’è formidabile il giovane attore british protagonista di Hedwig con cui Leila fa l’amore all’inizio. Colori, storie che scivolano dal dramma alla risata e al musical, con Cyndi Lauper e le sue ragazze che vogliono solo divertirsi e la testarda volontà delle donne di vivere e essere libere e felici. Il film di Maryam Keshavarz che ha entusiasmato il Sundance 2023.
21.00 / VOLARE DI MARGHERITA BUY / 100’
Attrice di successo, Annabì per tutta la vita ha sofferto di aviofobia, la paura di volare, a causa della quale ha dovuto rinunciare anche a importanti scritture. Ma adesso che sua figlia ha deciso di studiare in California, Annabì deve fare qualcosa e si iscrive a un corso all’aeroporto di Fiumicino. Autrice della sceneggiatura insieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti, Margherita Buy esordisce nella regia con una commedia per la quale prende ispirazione dalla propria dichiarata fobia del volo. La combattono insieme a lei Sergio Rubini, Anna Bonaiuto, Elena Sofia Ricci, Maurizio Donadoni.
VENERDÌ 27 0TT0BRE
21.00 / MISERICORDIA DI EMMA DANTE / 95’
I piedi di un neonato dissolvono nei piedi di un adulto, un ragazzo magro magro che balla nudo tra le rocce: Arturo vive in un mondo ai margini, una baraccopoli cadente tra il mare e il monte. Orfano e menomato, è accudito da Anna, Nuzza e Bettina, tre prostitute amiche di sua madre, che di giorno sferruzzano e cuciono instancabili e di notte lavorano. Dopo Via Castellana Bandiera e Le sorelle Macaluso, Emma Dante trasporta sotto la luce della Sicilia e, in parte, in esterni l’universo famigliare e ferino di Misericordia, che in teatro era chiuso nel buio di una stanza. Accorato e dolente, acceso dai colori fiammanti degli abiti e delle lane e dall’azzurro fondo del mare, un pietoso e indignato atto di fede nella forza e nell’umanità delle donne, materne lottatrici in un mondo di maschi disgustosi.
LUNEDÌ 30 0TT0BRE
21.00 / TE L’AVEVO DETTO DI GINEVRA ELKANN / 101’
Roma, inizio di gennaio, le decorazioni degli alberi di Natale scintillano ancora nelle case, quando un’anomala ondata di calore colpisce la città, dove le temperature si alzano a poco a poco fino ad arrivare a 30 gradi. Mentre il caldo continua ad aumentare, si accentuano ansie e nevrosi: Gianna è una fanatica religiosa, la sua amica Pupa una pornostar in declino, padre Bill un prete italo-americano ex-eroinomane, Caterina un‘attrice che combatte l’alcolismo e cerca di ottenere la custodia del figlio affidato all’ex marito. Tutti in preda al caldo soffocante e alle loro rispettive dipendenze. Dopo il debutto con Magari, Ginevra Elkann scrive (con Chiara Barzini) e dirige una commedia nera, grottesca, triste, percorsa dall’ansia. Cast (soprattutto femminile) all star: Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Alba Rohrwacher, Greta Scacchi, Danny Huston, Riccardo Scamarcio.
I film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano
Per evitare file vi preghiamo di acquistare il biglietto online su
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